Educazione, scuola e cultura

Una tradizione culturale da rigenerare guardando al futuro

Le nuove generazioni svolgeranno in futuro almeno una decina di lavori diversi nei primi 20 anni del loro percorso professionale. Metà di questi lavori ancora non esistono, così come molti dei lavori oggi esistenti saranno radicalmente modificati dall’ingresso in tutti i settori delle nuove tecnologie dirompenti. Nonostante l’eccellenza della tradizione culturale del nostro Paese, oggi la scuola e l’università non riescono a preparare gli studenti al mondo del lavoro e alla società del futuro, mettendo così in seria difficoltà le nuove generazioni rispetto al contesto internazionale.

Noi proponiamo una completa rivisitazione del modello educativo, adattandolo alle nuove tecnologie che in realtà richiedono più capacità critica, gusto del bello, approccio filosofico e spirito analitico, flessibilità, curiosità e intelligenza adeguata a individuare e risolvere problemi. Caratteristiche che sono parte del nostro DNA di Italiani, ma che vanno rafforzate e rimesse in circolo.

Anche l’apprendimento di lingue straniere va riprogrammato e rivisto soprattutto nel metodo, perché si raggiunga un effettivo plurilinguismo a partire dalla scuola dell’infanzia. Miglioreremo la qualità dello studio e aggiorneremo costantemente i programmi della matematica e delle materie scientifiche e tecnologiche. Lo sport sarà un completamento della formazione dell’individuo, così come le arti e la musica, perché rappresentano un’eccellenza italiana da valorizzare. L’insegnamento valorizzerà anche il lavoro di gruppo e la capacità di esporre le proprie idee in privato e in pubblico. Un nuovo concetto di scuola adeguato ai tempi, con una maggiore attenzione alla didattica, ai contenuti, alla disciplina e al merito.

 

I pilastri della scuola:

L’obbligo della scuola necessaria

Per promuovere una maggiore alfabetizzazione della popolazione e per accrescere una cultura collettiva, Dieci Volte Meglio propone di introdurre il divieto assoluto di accedere al mondo del lavoro per chiunque non abbia concluso la scuola dell’obbligo.

Lo studente

Il processo educativo è rivolto alla persona e alla sua crescita in termini di intelligenza, di consapevolezza di sé, del proprio sapere e del proprio saper fare; di abilità e competenze quali lo spirito critico, la capacità di astrarre, di essere creativi, flessibili, di collaborare e di esporre le proprie idee in modo ordinato ed efficace. Dieci Volte Meglio ha infatti ideato diversi metodi di selezione dei migliori studenti per valorizzare il merito e gratificare le potenzialità. 


I docenti e il personale scolastico

Il vero motore della scuola sono i docenti e il personale scolastico. La rilevanza della loro funzione è il motivo che impone di prevedere una stringente selezione del corpo docente. Il ruolo degli asili nido

Elemento fondamentale nel percorso educativo sono gli asili nido, che devono essere significativamente sviluppati per due motivi:

  • Nello sviluppo cognitivo del bambino hanno fondamentale incidenza i primi tre anni di vita, durante i quali va stimolata la crescita mentale e fisica con insegnamenti adatti e mirati.
  • Esiste una stretta correlazione fra la presenza di nidi e l’occupazione femminile, che risente delle attuali carenze. è indispensabile creare nuovi asili nido a carico dello Stato ed a costo zero per le famiglie meno abbienti, così da consentire alle mamme di conciliare lavoro ed esigenze familiari. 

 

La funzione propedeutica delle uscite didattiche e dei viaggi d’istruzione

Di non marginale importanza sono le uscite didattiche e i viaggi d’istruzione, che sono eccellenti occasioni di scambi culturali e conoscenza delle diverse realtà. Tali arricchimenti culturali devono essere accessibili a tutti gli alunni come parte integrante dei programmi di tutte le classi della scuola dell’obbligo. 

 

Lavori strutturali e digitali:

 

Il Registro dello studio

Uno strumento necessario per attuare una sostanziale riforma delle istituzioni educative è un “Centro di Elaborazione Dati Scolastici” presso il quale dovranno confluire tutti i dati relativi alla pubblica istruzione. La creazione di un servizio simile può consentire un accesso immediato alle informazioni e facilita la mobilità degli operatori. 

 

Ristrutturazione dei complessi scolastici

Per avere la certezza sul futuro educativo bisogna elaborare un progetto di ristrutturazione dell’ottanta per cento degli istituti scolastici presenti sul territorio nazionale, ormai troppo fatiscenti per incuria o per vetustà. Bisogna pensare a un’operazione di consolidamento dell’esistente e all’edificazione di nuovi spazi.

I programmi e gli interventi sulle aree tematiche

Il futuro che aspetta i nostri ragazzi richiederà l’acquisizione di competenze trasversali. Perciò si rende necessario intervenire nei programmi attuali, potenziando alcune aree tematiche, inserendone di nuove e rendendone altre opzionali, puntando a un’apertura prolungata delle scuole, in collegamento con il territorio, per un’offerta integrata che comprenda una maggiore interdisciplinarietà e attività extra-curriculari.

 

Rafforzamento delle materie STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica)

La tecnologia sta ricoprendo un ruolo sempre più importante e di conseguenza il mercato del lavoro richiede in numero crescente persone competenti nelle materie STEM. L’innovazione tecnologica in corso offrirà grandi opportunità per i giovani con preparazione adeguata: obiettivo del programma è quindi incrementare le competenze dei nostri studenti, consentendo loro di raggiungere la media europea nei prossimi cinque anni e di superarla nei prossimi dieci.

Coding (“la lingua più parlata al mondo”) e robotica

Una scuola che insegna il coding fornisce allo studente uno strumento universale insieme allo sviluppo di una mentalità logica, del pensiero divergente e la comprensione del funzionamento degli strumenti informatici che si usano e useranno sempre di più.

Filosofia e pensiero laterale

La capacità di porsi domande e di cercare le proprie risposte è alla base dello sviluppo del pensiero critico, che consente di diventare cittadini consapevoli, autonomi e responsabili. I bambini, con il loro continuo interrogarsi, sono naturalmente “filosofi” e proprio per questo la capacità di pensiero critico e autonomo va insegnata e incentivata fin dalle scuole elementari.

Educazione Artistica e Musicale

Le arti figurative, drammatiche, musicali sono parte centrale del patrimonio culturale italiano. La nostra scuola dedica ancora troppo poco tempo e spazio all’ambito creativo, e in alcuni aspetti lo trascura del tutto, relegandolo per lo più alle scuole di indirizzo specifico. Si tratta di un’area da potenziare fortemente.

Educazione alla cittadinanza 

La scuola dovrebbe fornire stimoli e opportunità per conoscere la contemporaneità, al fine di sviluppare il rispetto di sé, dell’altro e delle regole che stanno alla base della società civile.

Educazione all’umanità

La scuola deve essere sincrona con l’evoluzione dei tempi, mantenendo però sempre saldo il legame con la propria identità. Sin da subito, bisogna insegnare la capacità di comprendere e convivere con le molteplici manifestazioni della natura e dell’anima.  

Sport e scienze motorie

Le neuroscienze hanno dimostrato quanto il movimento sia fondamentale per l’apprendimento: le lezioni frontali dovrebbero essere inframmezzate da attività che consentano moto e cambio di stimoli.

Volontariato

Il volontariato deve diventare un requisito curricolare. Consentirebbe infatti lo sviluppo di importanti competenze sociali, come il confronto con la diversità, l’ascolto, l’empatia, l’educazione alla cittadinanza.

 

Didattica

Nell’era digitale siamo per una didattica collaborativa, esperienziale, interdisciplinare, centrata sulle competenze. La modalità didattica è la chiave di tutto il processo innovativo fin dalla scuola dell’infanzia. Gli insegnanti devono possedere un’adeguata cultura generale, avere forti competenze pedagogiche e relazionali, e non essere solo cultori della materia. La formazione dei docenti è uno degli aspetti centrali. Devono seguire percorsi di formazione continua per aggiornarsi sui metodi, sui contenuti, su criteri e strumenti di valutazione. Tra le competenze che dovrebbero essere patrimonio dei docenti del futuro spicca la capacità di raccordare materie umanistiche e scientifiche. La scuola formerà studenti con:

  • Capacità relazionali In particolare: ascolto attivo, empatia, lavoro in gruppo, comunicazione in privato e in pubblico
  • Intelligenza creativa Capacità di individuare e risolvere problemi; di decidere in modo opportuno e autonomo
  • Apertura verso l’esterno Capacità di apprendere e lavorare in un ecosistema aperto
  • Capacità di analisi dei dati Abilità nel relazionarsi con strumenti tecnologici che permettano di monitorare l’apprendimento, rendendolo più efficace
  • Predisposizione alla formazione permanente

 

Ci proponiamo inoltre di porre in essere anche altri interventi inerenti alla didattica, in particolare:

  • Una più breve durata dei periodi di vacanza
  • La valutazione a fine ciclo secondo criteri oggettivi, con la definizione di una classifica per l’intero ciclo di studi, dei migliori 10 mila studenti italiani, ai quali affidare per il percorso universitario una borsa di studio completa anche di vitto e alloggio (se il reddito risulta inferiore a limiti prefissati)
  • Una durata della scuola secondaria di secondo grado contratta in un percorso di 4 anni
  • Una durata della scuola secondaria di primo grado estesa a 5 anni

 

Università

L’università gioca un ruolo strategico nella formazione e nella ricerca, veri elementi per una ripresa economica, politica e sociale del Paese. Sulle tecnologie e l’innovazione Dieci Volte Meglio s’impegna ad aumentare i fondi destinati alla ricerca di base e a valorizzare il titolo di dottorato nel mondo dell’accademia e dell’impresa. Queste, in sintesi, le nostre priorità riguardo all’insegnamento universitario:

  • Stimolare il collegamento con il territorio e la compresenza delle imprese
  • Interdisciplinarità
  • Superamento della didattica esclusivamente frontale

Le Università Italiane devono ritornare a essere laboratori di idee e di scoperta: bisogna ridurre il numero di Facoltà, lasciandone una per Regione, per concentrare le competenze e selezionare docenti con criteri stringenti.

 

Cultura:  tradizione ed innovazione

 

Il sistema culturale italiano rappresenta un unicum nel panorama internazionale: centinaia di siti archeologici, musei, biblioteche, pinacoteche ecc. fanno del nostro paese il leader assoluto per tradizione e vocazione. Nel corso degli anni i processi di riforma del settore hanno avviato e introdotto un lento e progressivo miglioramento, soprattutto per quanto attiene alla fruizione digitale di beni culturali. Tuttavia la risorsa cultura, che dovrebbe essere uno dei motori di sviluppo strategico del nostro Paese, risente ancora di un fardello storico, ispirato a una logica di conservazione, piuttosto che d’innovazione organizzativa, d’innovazione di sistema e di fruizione dei beni culturali. La presenza di attori privati nel sistema di gestione, sia a livello locale sia nazionale, non ha prodotto la spinta significativa allo sviluppo che era lecito attendersi. I soggetti privati, o partecipati dal settore pubblico, non hanno incentivato l’ingresso in grandi progetti d’innovazione europei e internazionali: ovvero non hanno diffuso a livello capillare la capacità di stabilire una rete di poli museali, di biblioteche, pinacoteche ecc. L’insufficiente raccordo tra mondo della ricerca (università, corsi di laurea ecc.) e sistema produttivo ha generato nell’ambito dei beni culturali una carenza endemica di figure innovative che possano gestire, trasferendo il know-how acquisito, progetti in ambiti complessi.

 

Potenziamento delle start up giovanili innovative nei Beni Culturali con finanziamenti di filiera fiscalità agevolata 

Con la leva finanziaria e della formazione combinate si potrà dare vita ad un Ecosistema innovativo, che focalizzi l’intervento di filiera nei beni culturali e consenta quindi la creazione di nuovi soggetti imprenditoriali, che possano operare in sinergia con il mondo della ricerca, dell’innovazione e della produzione. 

Riteniamo che vada garantita la presenza di soggetti privati anche nella gestione dei beni culturali, che però debbano assicurare idonei progetti di sviluppo. Infine, i processi di reclutamento e selezione dell’alta dirigenza dei beni culturali dovranno aprirsi in maniera ancor più significativa alle eccellenze di studiosi e ricercatori, che si sono formati a livello internazionale e che possono garantire un processo di fertilizzazione sia sul piano scientifico sia organizzativo.